Analisi comparativa del commercio elettronico italiano

Scritto il | 18 maggio, 2009 | No Comments

Uno studio molto interessante realizzato da Netcomm in collaborazione con GfK Eurisko illustra in maniera chiara l’andamento del commercio on line italiano e degli altri mercati europei, allugando lo sguardo ai possibili scenari futuri.

Nel 2008, a differenza di tutti gli altri settori, l’e-commerce B2C ha chiuso con un positivo 18% (5,9 miliardi €) e, nonostante la pressante crisi economica, la proiezione indica che anche nel 2009 la crescita rimarrà stazionaria: stando ai primi dati cresceranno i settori della vendita al dettaglio dei prodotti e le Assicurazioni, mentre diminuiranno l’acquisto di viaggi, i servizi e il commercio C2C. In generale, si evidenzia un aumento degli ordini in ogni settore (+10%), ma con un fatturato totale pressocché invariato: aumento della domanda da parte dei consumatori e al contempo acquisti di valore inferiore al passato.

I dati incoraggianti sono la notevole crescita della vendita di prodotti, l’aumento del numero dei compratori (nel 2008 sono diventati oltre 5.300.000) e del tempo passato da questi on line (negli ultimi 12 mesi +527%) e i propositi manifestati dagli intervistati che in larga parte (68%) dichiarano di volere utilizzare internet nel prossimo futuro per informarsi prima di acquistare. Dalle interviste agli utenti/clienti emerge che i principali driver di scelta riguardano principalmente il brand, l’awareness (notorietà) del sito web, la presenza di canali tradizionali  e, fenomeni nuovi ed in costante crescita, il passaparola on line e gli strumenti web 2.0 (gruppi di discussione, blog e social network).

Allargando la visuale si osserva che il valore del commercio elettronico B2C italiano rappresenta oggi solo il 3% del mercato dell’Europa Occidentale, tuttavia il trend iniziato nel 2007 e proiettato al 2011 lascia prevedere dei tassi di crescita per l’Italia superiori a tutti gli altri paesi europei e a quello degli Stati Uniti. Allo stato attuale gli e-buyer (coloro che hanno effettuato almeno un acquisto on line negli 12 mesi) europei sono circa 150 milioni, ma in Italia gli e-buyer sono ancora circa l’11% degli utenti del web, cifra molto al di sotto della media europea. Quindi anche in Italia il numero di acquirenti elettronici probabilmente tenderà ad aumentare concretamente, posto che le aziende nostrane riescano a cogliere l’importanza delle innovazioni tecnologiche.

Proprio a tale proposito lo studio di Netcomm fa chiarezza sui veri ostacoli che impediscono all’e-commerce di crescere come potenzialmente potrebbe. Innanzitutto dimostra che non è vero che in Italia ci si fidi poco dei pagamenti elettronici, anzi il 99% degli e-buyer si dichiara soddisfatto dell’acquisto. Il vero problema, invece, è la mancanza del contatto diretto con l’elemento umano e l’inefficienza del servizio: ciò che chiedono gli utenti è la possibilità di contattare velocemente un responsabile (soprattutto via email) che dia informazioni precise e la possibilità di poter seguire passo dopo passo la procedura d’acquisto, dall’ordine alla spedizione (tracciabilità). Insomma, gli e-buyer preferiscono sempre di più le aziende che offrono un servizio on line pre e post-vendita sicuro ed efficiente.

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